Il cammino del mago

Titolo: Il 37esimo mandala (The 37th mandala).

Scrittore: Marc Laidlaw.
Genere: horror, fantastico.
Editore: Mondadori.
Anno: 1996.
Voto: 7.
Dove lo trovi: qui.


Derek Crowe è uno scrittore di fantascienza fallito che, per ottenere quel successo che fino a quel momento non ha avuto, si reinventa scrittore di manualistica esoterica.

Scrive così un testo sui mandala, sorta di disegni stilizzati corrispondenti a diverse entità metafisiche.

Va da sé che Crowe non crede a una parola di quello che scrive, e poco importa che sia invitato a decine di conferenze in tutta l'America per disquisire del'argomento, e che sia ormai diventato una specie di guru per i fanatici del new age.

Quello che Crowe non sa è che i mandala possono essere evocati davvero, e che non sono esattamente entità benigne...

Comincia così Il 37esimo mandala di Marc Laidlaw, romanzo a metà tra horror e fantastico.

Vi è da dire subito una cosa: la copertina del libro Mondadori paragona Laidlaw a Lovecraft, affermando che il primo ha raccolto la lezione del secondo.

Beh, non è vero.

Non è vero non solo da un punto di vista qualitativo (Lovecraft in tal senso è difficilmente raggiungibile), ma lo è soprattutto dal punto di vista della struttura: tanto il Maestro di Providence non descrive quello che succede, preferendo raccontarci l'atmosfera inquietante e i sentimenti distorti dei protagonisti delle sue storie, quando Laidlaw scrive in modo visivo e immediato.

I due sono in realtà agli antipodi l'uno rispetto all'altro, e infatti non mi spiego il perchè del paragone... marketing, ok, ma un marketing insensato ed esiziale a mio avviso...

Ad ogni modo, Il 37esimo mandala è un romanzo discreto.
I suoi punti a favore sono la complessità dell'intreccio e la tensione narrativa che si fa sempre più forte, quasi in un crescendo rossiniano, fino all'inevitabile scioglimento finale dei nodi.
I suoi punti deboli, invece, un'atmosfera non particolarmente ispirata (viceversa il punto forte, anzi fortissimo, di Lovecraft) e una scarsa profondità dei personaggi, che appaiono più degli escamotage finalizzati alla costruzione del castello di carte rappresentato dall'intreccio, che i veri protagonisti dell'opera.

In sintesi, come dicevo, questo di Marc Laidlaw è un libro discreto.

Fosco Del Nero


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