Il cammino del mago

Titolo: I tarocchi dei gatti (El tarot de los gatos).
Scrittore: Alejandro Jodorowsky.
Genere: tarocchi, carte, esistenza.
Editore: Arte di Essere Edizioni.
Anno: 2014.
Dove lo trovi: qui.


Alejandro Jodorowsky è famoso per diversi motivi, e uno di questi sono certamente i tarocchi: si pensi a riguardo a suoi libri famosi come La via dei tarocchi, o Io e i tarocchi, o anche al video Conversazioni sulle vie dei tarocchi.

L’ultima trovata di questo personaggio davvero eclettico – sempre in tema tarocchi – è quella de I tarocchi dei gatti, opera che consiste in un libro di circa 100 pagine, a cui è abbinato un mazzo di 22 tarocchi – e quindi i soli arcani maggiori – ispirati al mondo felino come recita il titolo dell’opera.

I 22 arcani maggiori vengono dunque reinterpretati in chiave felina, e conoscendo il personaggio in questione ci sarà sia da imparare che da sorridere.

Sorridere per il suo spiccato umorismo, e imparare sia dalla rilettura degli archetipi dei tarocchi, ma anche da alcuni suggerimenti di stesa (ossia di modi di utilizzarli, ossia di tipi di letture).

Le illustrazioni sono opera di Christian Gaudin.

Giacché ci sono, includo nella recensione due frasi.
La prima è una frase di Jodorowsky sull’opera in questione: "I gatti sono un mistero; i tarocchi sono un mistero; quando due misteri comunicano ecco che nasce la bellezza. Io scrivo di tarocchi per parlare dei gatti, e scrivo di gatti per parlare di tarocchi".

Mentre la seconda è una frase riferita al “Matto gatto”: “Io non ho padrone, vado dove mi pare, mangio quando mi va, dormo quanto mi piace. Le strade mi appartengono, gli alberi sono miei, le discariche, le rovine, il cielo, il sole, la luna, le stelle mi appartengono e, soprattutto, i topi sono miei”.

Insomma, tra una cosa e l’altra I tarocchi dei gatti sembrano proprio una cosetta interessante, che gli appassionati del buon “Jodo”, o magari gli appassionati di tarocchi, o forse anche gli appassionati di gatti, non si lasceranno sfuggire.

Nel caso, buona lettura e buona visione (letteralmente e metaforicamente).

Fosco Del Nero


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Titolo: Kundalini - Energia divina (Kundalini - Divine energy, divine life).
Scrittore: Cyndi Dale.
Genere: saggistica, spiritualità.
Editore: Macro Edizioni.
Anno: 2011.
Dove lo trovi: qui.


Cyndi Dale è un’autrice che è giù apparsa sul mercato con diversi titoli: ad esempio Il corpo sottile, oppure L’energia dei chakra, ma anche Kundalini - Energia divina, titolo di qualche anno fa ora giunto ad una nuova edizione curata da Macro Edizioni.

Il titolo del testo è di per sé già abbastanza chiarificatore, ma vediamo anche il sottotitolo per avere un’idea più precisa: “Tutti i segreti di questa misteriosa e complessa forza per trasformare la tua vita” (per essere precisi, questo è il sottotitolo della precedente edizione italiana del 2012, ma comunque è utile per inquadrare il testo).

Siamo dunque in ambito di saggistica spiritual-esistenziale, col tutto che tocca anche l’ambito del benessere e della salute (e come potrebbe non farlo, peraltro, visto che tutto è interrelato?).

Molti sanno già cosa sia la kundalini: è un’energia che giace allo stato latente alla base della colonna vertebrale, in attesa di essere richiamata verso l’alto (grazie al proprio percorso di vita o grazie alla pratica yogica, per esempio) e di servire così l’individuo in termini evolutivi.

Il simbolo più utilizzato per raffigurarla è quello del serpente, giacché si dice che l’energia kundalini giace raccolta su se stessa, e quindi proprio in forma spiraliforme.

L’obiettivo del volume Kundalini - Energia divina è proprio quello di spiegare cosa è la kundalini da un lato, e di illustrare come utilizzare per trasformare la propria vita (ancora una volta: fisicamente e spiritualmente, giacché le due cose procedono come rotaie di un binario, e quindi parliamo tanto di salute quanto di sessualità, tanto di felicità quanto di evoluzione spirituale) quella che nella cultura indiano-yogica è considerata l’energia per eccellenza, e anzi un’energia letteralmente sacra.

Se l’argomento vi interessa, Kundalini - Energia divina di Cyndi Dale potrebbe essere una buona idea.

Fosco Del Nero


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Titolo: Il libro dei sogni.
Scrittore:
Genere: disegno, creatività.
Editore: Macro Carte.
Anno: 2015.
Dove lo trovi: qui.


La proposta di oggi su Libri e Romanzi non riguarda un romanzo, e per certi versi nemmeno un libro in senso classico, bensì uno di quei libri illustrati da colorare che hanno preso piede negli ultimi anni.
Il suo titolo è Il libro dei sogni, ed è edito da Macro Carte (che immagino sia una divisione interna di Macro Edizioni).

Si tratta di un libro di formato 21x28 centrimetri, di 128 pagine, e ovviamente pieno di disegni da colorare secondo la propria creatività.

La ratio di fondo di tale genere, definito art therapy, è ormai nota: favorire la creatività, il rilassamento, diminuire lo stress.

Questa in realtà è un’arte antica, che evidentemente ha ripreso quota di recente (almeno in Occidente, magari in altri luoghi è sempre rimasta a galla, magari più a livello di mandala che non di scenari naturali), e che peraltro si avvale di numerosi studi riguardo alla sua efficacia in termini di creatività e benessere personale, come fattore rigenerativo, calmante e anche energizzante per via dell’uso dei colori.

Peraltro, si tratta di qualcosa che si presta molto anche come idea regalo, sia alle persone già abbastanza creative di loro, sia a coloro che necessitano di staccare un po’ la spina dallo stress della vita e rilassarsi un poco.
Ma, e la cosa fantastica sta anche qui, si tratta di qualcosa di ugualmente valido e apprezzato anche per i bambini, che anzi forse sono coloro che si approcciano a tali “disegni bianchi” in modo più libero e creativo.

Il libro dei sogni contiene disegni sia della natura, sia di animali, ma anche di esseri umani e mandala,proponendo quindi una ricca varietà.

E, con la sua confezione di buona eleganza, si propone come oggetto di valore al di là dei disegni, da regalare o da guardare spesso.

Fosco Del Nero


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Titolo: I premi Hugo 1962-1966 (The Hugo winners).
Scrittore: Jack Vance, Poul Anderson, Gordon Dickson, Harlan Ellison.
Argomenti: fantascienza.
Editore: Mondadori.
Anno: 1977.
Voto: 6.
Dove lo trovi: qui.


Svariate volte nel blog ho precisato che preferisco nettamente la forma narrativa lunga (i romanzi) a quella breve (i racconti). Nonostante tale forte preferenza, tuttavia, ogni tanto mi concedo un’incursione nella categoria della narrativa breve.

Stavolta l’ho fatto con il libro I premi Hugo 1962-1966, curato da Isaac Asimov e contenente quattro racconti di fantascienza premiati con il celebre premio Hugo (sorta di premio Oscar per la fantascienza) dedicato ai racconti.

Nel suddetto volume, non troppo lungo, vi sono quattro racconti, peraltro di autori che conoscevo già tutti, e difatti tutti già comparsi nel blog:
- I signori dei draghi, di Jack Vance,
- Nessuna tregua con i re, di Poul Anderson,
- Soldato, non chiedere!, di Gordon R. Dickson,
- “Pentiti, Arlecchino!”, disse l’Uomo del Tic Tac, di Harlan Ellison.

Lasciando da parte Asimov, comparso numerose volte sul blog per via dei romanzi del Ciclo della Fondazione, nonché per altri (tra cui cito l’incantevole Neanche gli Dei), di questi quattro quello che ho letto maggiormente è Jack Vance (L'ultimo castelloLa fiamma della notteFuga nei mondi perduti, Naufragio su Tschai), mentre gli altri tre autori sono rappresentati con un solo libro a testa (La pattuglia del tempo per Anderson, Il drago e il George per Dickson, un racconto nella raccolta Le città che ci aspettano per Hallison).

Dico subito una cosa: la cosa migliore di questa raccolta di 260 pagine è l’introduzione di Asimov, veramente un capolavoro di ironia. Solo quelle cinque pagine meriterebbero l’acquisto del volume. 

Quanto ai racconti che seguono, il primo lungo, il secondo e il terzo medi e il quarto assai corto, propongono una qualità sufficiente-decente, anche se a dire il vero nessuno dei tre mi ha fatto impazzire.

Curiosamente, vi sono degli elementi in comune tra i racconti (vincitori dell’Hugo rispettivamente nel 1963, nel 1964, nel 1965 e nel 1966), soprattutto tra i primi tre, tutti e tre racconti con elementi fantascientifici e tutti e tre storie dall’alta componente militar-strategica.

Il secondo e il terzo, inoltre, presentano una curiosità ulteriore: entrambi propongono qualcosa di molto simile alla psicostoria di Asimov… anzi, di Seldon.
Ovviamente chiamata con un nome diverso, ma siamo lì. E la curiosità è doppia visto che proprio Asimov è il curatore di questa antologia.

Il racconto conclusivo, di appena una dozzina di pagine, ci parla invece del tempo e della sua schiavitù. E in senso letterale, secondo una sorta di società distopica, descritta tuttavia in poche pagine.

Nel complesso, come detto, questo I premi Hugo 1962-1966 non mi ha entusiasmato, ma nemmeno mi ha deluso. Anche se, devo dire il vero, dai vincitori dei premi Hugo mi sarei aspettato di più…
… anche se forse qua parla la mia antipatia per la forma narrativa breve.

Fosco Del Nero


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